Eccoci nuovamente a parlare di digg: l’altra volta ho descritto i suoi algoritmi, questa volta intendo affrontare l’analisi dell’aspetto sociale di digg.
In questo post prenderò in esame il profilo e gli interessi della sua community, alcuni metodi per integrarvisi con successo, e descriverò alcune peculiarità delle storie più popolari. Inoltre, non mancherò di fornire qualche consiglio su come impostare un articolo fatto apposta per digg (un diggbait) e su come costruire il vostro power account: averne (almeno) uno vi permetterà di dare un significativo boost iniziale alle vostre submissions, aumentando esponenzialmente le possibilità di ottenere qualche front page.
La community di digg
Iniziamo a tracciare il profilo dell’utente medio che frequenta digg. Tenere a mente questo profilo aiuterà a preparare articoli e materiale rivolto espressamente a questo tipo di pubblico, e aumentare così il tasso di interesse riscosso dalle proprie submission.
Dunque, il tipico utente abituale di digg:
- È americano: il 65% degli utenti di digg risiede negli USA,
- è giovane: ha tra i 18 e i 30 anni,
- è maschio (meno di un quinto sono le utenti in gonnella),
- se non è laureato, ha frequentato almeno la high school, per cui è abbastanza istruito,
- è curioso e appassionato di tecnologia, materie scientifiche, politica e ambiente,
- è piuttosto superficiale, decisamente poco attento e oltretutto abbastanza “boccalone” (manco a dirlo, gli americani in particolare): non di rado si vedono in front page storie come questa (leggete i commenti e capirete!).
Panoramica dei temi e delle sezioni del sito
La home page fa da contenitore per tutta la sezione Technology. Poi ci sono le news (a loro volta suddivise nelle macro-categorie Scienza, Notizie dal mondo, Sport, Mass Media e Videogiochi), un contenitore per i video e uno per i podcast. Queste ultime due, assieme a Scienza e Sport, sono decisamente più abbordabili per chi è all’inizio della propria carriera di digger.
I temi che vanno per la maggiore
La comunità di digg praticamente adora:
- Digg stesso e il suo fondatore Kevin Rose,
- la cultura geek/nerd,
- i prodotti Apple,
- l’open source, e quindi…
- Linux (in particolare Ubuntu) e Firefox,
- Google,
- l’attivismo contro il riscaldamento globale,
- le curiosità più strane o scabrose,
- le foto,
- le tecnologie per il web (css, ajax, cms…),
- la cannabis,
- le console per videogiochi,
- dar contro a Microsoft,
- manco a farlo apposta, il sesso e tutto ciò che vi ruota attorno (appuntamenti, storie e tecniche sul sesso, consigli sull’aspetto, ecc.).
- In vista delle presidenziali, inoltre, sta riscuotendo un incredibile successo il candidato alla Casa Bianca Ron Paul.
Cosa i diggers odiano
I SEO innanzitutto. È così gente, mettetevi l’anima in pace. Ci vedono come spammer (e forse non hanno tutti i torti) e non votano o addirittura di marcano come spam le storie che secondo loro “sanno” di SEO, anche quando sono più che legittime, di alta qualità e di potenziale interesse per la comunità.
I diggers inoltre non sembrano apprezzare particolarmente le autorità, le multinazionali (con alcune eccezioni, come Google ed Apple) e gli atteggiamenti conservatori.
I top power users
Basta osservare le front pages per qualche giorno, per rendersi conto che gran parte di tutte le storie popolari provvengono sempre dalla stessa “cricca” di utenti. Essi sono i top power users, conosciutissimi e stimati (kevinrose, CEO di digg, è sicuramente tra questi), e spesso molto attivi: molti diggers votano le storie inviate da loro praticamente sulla fiducia, mentre tutti gli altri utenti non godono di questo status privilegiato e faticano a mandare le proprie storie in front page. Fanno eccezione i power users, ed è proprio a diventare uno di essi che ogni wannabe-diggbaiter dovrebbe aspirare.
Le bury brigades
Questo è un aspetto controverso, benchè marginale: esiste più di un sospetto dell’esistenza di un’intera “brigata” di power diggers che prenderebbero di mira singoli utenti, determinati siti di provenienza o ancora storie riconducibili ad alcuni specifici temi, assegnando in massa dei buries per boicottare certe submission “scomode”.
Esiste inoltre un altro fenomeno legato ai buries, meno settario e più sociale: ovvero, singoli casi storici in cui una grossa parte della community comincia a dare voti negativi ad ogni storia appartenente ad una determinata categoria, “istigata” da avvenimenti che poco hanno a che fare con la qualità delle storie in sè: è successo di recente in occasione della rivolta riguardante il codice per decrittare gli HD-DVD (a tutte le storie che non riguardavano tale argomento) e sta succedendo oggi a quasi tutte le storie riguardanti Ron Paul.
Le ore di punta
Nonostante l’algoritmo riesca a bilanciare il peso dei voti ricevuti in base agli intervalli temporali, per dare le stesse possibilità ad ogni storia indipendentemente dall’ora in cui è stata inviata; è bene calibrare con precisione il momento della submission, per fare in modo da che essa arrivi in front page nei momenti di massimo traffico sul sito. Ovviamente molti SEO e SEM sanno questo, e perciò inviare le storie in questi momenti significa mischiarsi ad una competizione molto acuta.
Sta a voi: se ve la sentite di inviare la vostra storia “nella fossa dei leoni”, ovvero nel momento in cui SEO di mezzo mondo stanno mandando submissions a digg, sappiate che se poi riuscite ad arrivate in front page riceverete molto più traffico.
Se invece preferite un momento più tranquillo avrete più possibilità, ma la visibilità della front page non sarà la stessa (non preoccupatevi: una front page su digg assicura comunque dei volumi di traffico elevatissimi).
I momenti in cui digg è più frequentato sono il lunedì, il mercoledì ed il venerdì, in particolare al mattino tra le 9 e le 11 e verso metà pomeriggio – orari USA, ovvero GMT -8/-5. (Detto tra noi, ho come l’impressione che una grossa fetta di chi usa digg, lo faccia in ufficio).
Tenendo conto del tempo medio che una storia impiega per diventare popolare (tra le 7 e le 12 ore in media) e del fuso orario, in Italia i momenti migliori per inviare le storie dovrebbero essere intorno o dopo le 8 del mattino di domenica, martedì e giovedì.
Gli amici e i befriends
Questa è una delle funzioni che apprezzo di più in digg, perché permette, se ben sfruttata, di ottenere un numero molto maggiore di voti per le proprie submission prima che queste diventino popular.
Innanzitutto è opportuno mostrare come appaiono le storie quando si ha qualche amico. Questo è uno dei casi in cui qualche immagine val più di mille parole: ecco la differenza tra una storia che è stata votata anche da almeno un utente amico, e una che non ha ricevuto voti dall’interno del proprio network:
Inoltre, chi ha scelto di farsi amico qualche altro utente visualizza dei box in rilievo all’interno delle pagine standard che evidenziano con alcuni link le attività del proprio network relative alle storie (le submission, i voti alle storie sia popolari che nuove, e i commenti):
Cliccando su uno di questi link, oppure accedendo alla scheda Friends all’interno del proprio profilo, appare una schermata siffatta:
Digg è un sistema che premia l’attività sociale dei propri utenti, e la incoraggia evidenziando le attività della propria rete di amici. Far sì che gli utenti attivi ci scelgano come amici (tanti più sono, tanto meglio), quindi, è sicuramente un grosso aiuto perché dona visibilità maggiore alle submission.
Farsi scegliere come amico
Come si fa allora a farsi scegliere come amici?
Uno dei modi più rapidi è consultare le schede dei profili degli altri utenti, e tramite l’apposito bottone aggiungere per prima cosa loro come propri amici. Molti infatti tendono a ricambiare il favore (circa uno su 3 o uno su 4, a seconda di come si “pesca”). Nota: digg ha una funzione che non consente di aggiungere più di 4 amici per volta: al quinto, viene visualizzato un messaggio che recita: “Stai aggiungendo amici troppo velocemente, riprova tra qualche minuto”.
Esistono tuttavia modi più efficaci per far sì che altri utenti ci scelgano come amici: tra questi, mandare storie in front page, e inserire commenti partocolarmente intelligenti o divertenti alle storie presenti.
Se per qualche ragione ciò non è possibile, per aumentare la percentuale di utenti che ci aggiungono come amici dopo essere stati aggiunti a loro volta, è bene non affidarsi al caso nella scelta di chi aggiungere come amico, ma selezionare esclusivamente profili attivi (basta guardare nella scheda “dugg” e vedere a quando risale la storia più recente che l’utente ha votato), e tra questi scremare tutti quelli che non hanno già amici al loro attivo.
Ancora, si può sempre invitare direttamente un utente ad iscriversi o a farsi aggiungere come amico da chi è già iscritto: per farlo, basta un link come questo (cliccatelo per iscrivervi o aggiungermi 🙂 )
I commenti
Ogni storia può ricevere commenti. Ai commenti diretti alla storia, inoltre, è possibile rispondere mediante il bottone “reply” (al momento, le risposte non possono ricevere direttamente altre risposte a loro volta).
I commenti diretti vengono ordinati in ordine cronologico, e sotto ogni commento diretto vengono raggruppate le risposte che eventualmente riceve.
Ogni commento può essere votato (“up” o “down“) dagli utenti, ma i commenti con un bilancio negativo di voti vengono nascosti, e sono meno visibili (sono in grigio e per leggerli bisogna premere “show comment”).
Tenendo conto di questo meccanismo, un ottimo modo per ottenere visibilità (per sè e per eventuali risorse linkate) è inserire il proprio commento prima che la storia diventi popolare, in modo che sia il primo o comunque tra i primi: i commenti più in alto sono di gran lunga i commenti più letti.
Se si vuole commentare è però fondamentale farlo in modo intelligente, che si opti per proporre un approfondimento, una critica o una battuta sarcastica: se usiamo lo spazio a disposizione solo per inserire spam o frasi non gradite alla comunità, il nostro commento verrà valutato negativamente e quindi nascosto, e avremmo mancato l’obiettivo (oltre ad aver danneggiato -leggermente- il nostro account se il commento riceve molti “digg down”).
Costruire un power account
Come a questo punto avrete intuito, un power account altro non è che un utente attivo sul sito che gode di visibilità, del favore della comunità e, quindi, anche di potenza “algoritmica“. La differenza tra le submission inviate da un power account e quelle inviate dai “comuni mortali” sta nel fatto che esse godono di un’attenzione molto maggiore da parte degli altri utenti, e di una maggiore considerazione da parte degli algoritmi di ordinamento.
Costruire un power account è un’attività che richiede tempo ed impegno, ma nonostante ciò è piuttosto semplice: basta ottenere molti amici, mandare storie in front page, commentare in modo intelligente ed evitare di inviare submission di scarsa qualità, per mantenere alta la propria percentuale di storie rese popolari e per non perdere la stima, faticosamente guadagnata, dei propri amici.
Se volete un consiglio, concentratevi all’inizio sulla categoria Video, inviando video divertenti da Youtube o Google Video (digg tra l’altro permette di visualizzare -e votare- il materiale proveniente da questi due siti senza dover uscire da digg).
Le categorie Video non sono ancora troppo inflazionate, e mandare qualche video in front page è ancora relativamente facile, e soprattutto non richiede lo sforzo di produrre il materiale (dal momento che basta attingere agli archivi multimediali pubblici, che sono praticamente sconfinati).
Digg Baiting: l’importanza di headline, copy e contenuti
Ora abbiamo un’idea abbastanza chiara di quali sono i contenuti più adatti a digg, e di come avere maggiori chances di renderli popolari.
Tuttavia, vorrei soffermarmi sull’importanza della headline (il titolo della storia) e sul copy della descrizione: dal momento che il sito riceve decine di migliaia di submission al giorno, ognuna di esse dispone di ha un tempo molto breve per essere presa in considerazione dalla comunità (ovvero, ha una possibilità finchè non scompare dalla prima pagina delle upcoming, o finchè è inclusa tra le hot). E’ quindi di fondamentale importanza scrivere una headline che catturi l’attenzione, assieme ad una descrizione oggettiva, breve e che inviti a visitare la pagina di destinazione (o addirittura a votarla senza nemmeno visitare la pagina: succede, succede…)
Scrivete In Maiuscolo La Prima Lettera Di Ogni Parola (in America per i titoli si fa così) ed eventualmente aggiungete un termine o due che lascino intendere quale sia il taglio o la qualità della submission (per esempio “fun”, “creepy”, “awesome”, “great”, “breaking”, e così via).
Ricordatevi che, proponendo una submission, voi state suggerendo del materiale realmente degno di nota, quindi fareste bene a sottolinearlo già dal titolo: piuttosto che
“Qualche consiglio che potrebbe migliorare un po’ il vostro stile di guida”
è più efficace scrivere
“Raggiungere lo stato dell’arte nella guida: 10 consigli d’oro da un pilota”
Insomma, applicate un po’ di persuasive copywritng 😉
Prendo spunto dall’esempio precedente per spendere ancora qualche parola sui contenuti: le liste e le classifiche riscuotono particolarmente successo, specie se sono ben impaginate. Prestate anche molta attenzione alla forma del testo, se decidete di inviare un articolo: correggete gli errori grammaticali e di battitura, perfezionate i paragrafi introduttivi, evitate di spezzare l’articolo in più pagine e non dimenticate di aggiungere immagini e link a risorse di approfondimento, se ce ne sono.
Questi ultimi consigli, ovviamente, valgono per tutto il web writing, e non si applicano solo a digg!
Il bottone digg-it
Per aumentare considerevolmente la possibilità che chi visita una storia arrivando da digg la voti, è bene inserire direttamente nella pagina dei richiami, siano essi bottoni grafici o link testuali. Per molti cms ormai esistono plugin che permettono di integrare questi richiami all’interno delle pagine e dei feed automaticamente, e digg stesso ne propone molti.
Tuttavia ho notato che, nel caso degli articoli testuali, il link “digg it” inserito manualmente nel contesto, magari al termine dell’articolo e giustificato da una call to action, ha dei tassi di risposta assolutamente di rilievo (se la storia è valida, s’intende).
Conclusione del post
Il favore della community e la conoscenza degli algoritmi, assieme alla capacità di produrre contenuti, titoli e descrizioni di qualità sono le vostre armi migliori, se volete raggiungere la front page di digg.
E una volta che ce l’avete fatta? Beh, potreste sfruttare la visibilità così ottenuta per promuovere un Link Baiting…. io l’ho fatto, la prossima volta vi racconto nel dettaglio com’è andata!
P.s. Diventiamo amici?
Dopo aver letto questo articolo, non avete ancora un account su digg? Oppure ce l’avete, ma non avete amici?
Seguendo questo link potrete iscrivervi se non l’avete già fatto, e saremo subito amici su digg!
Se invece siete già iscritti, sempre con lo stesso link potrete aggiungermi facilmente come amico: segnalatemi i vostri username nei commenti, ricambierò il favore 😉
Fonti per approfondire
10 steps to guarantee you make the digg front page – SeoBlackHat suggerisce argomenti da trattare e strategie da applicare per raggiungere la front page. Inutile dire che la storia stessa ci è arrivata, e con moltissimi digg!
Your Digg Entourage Tool – Utile a chi ha un account già attivo su digg, permette di scoprire gli account che più spesso votano le proprie storie. Ci si possono scoprire account fasulli, ma ancor meglio quegli utenti che val la pena avere come amici per via delle potenziali affinità di interessi.
WordWeb Digg Tool – Analizza le relazioni tra le parole più gettonate tra le storie popolari, e permette di intuire quali sono i termini migliori da scegliere per le headline.
Top 1000 digg users – A me manca poco per entrare in questa lista… e a voi?
The bury brigade exists: here is my proof – il punto di vista di ProNetAdvertising sulle “bury brigades”.
Digg is censoring content by burying stories internally – Ancora ProNet Advertising prova come il fenomeno delle bury brigades coinvolga anche gli amministratori stessi di Digg.
Dentro i digg: le storie con i “buries” – l’output (formato JSON) dei buries ricevuti dalle storie su digg, in real time. Da parsare e analizzare.
Complimenti per l’articolo, senza dubbio molto interessante ed esplicativo. Un’ottima base per chi vuole iniziare con Digg. La mia esperienza con Digg non è stata affato positiva. E’ una community per certi versi guidata da eletti e il buon senso non è di casa. Difendono Apple all’infinito…fino a diventare ridicoli. Alcuni commenti inutili ricevono decine di voti positivi e commenti costruttivi (anche in linea col pensiero della community) postati da nuovi ricevono voti negativi per sport. Sinceramente mi puzza parecchio il fatto che le news presentate da pochi utenti hanno una percentuale di fronpage così alta e immotivata.
A partr queste considerazioni personali, Digg è pur sempre un ottimo convogliatore di visite…uno strumento difficile da padronegiare.
Complimenti per il sito, ricco di spunti interessanti. Continuate così.
Edit by Petro
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Grazie!